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Rubygate: tre domande a margine

20 Gennaio 2011
Pubblicato il 19 gennaio 2011 su "Europa"
di Franca Fossati

“Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi..”, così i Pm milanesi. Indignazione giustamente al massimo. Ma, se è vero, perché? Non perché Berlusconi, che tutto sommato è facilmente decodificabile: è un maschio anziano con scarso senso delle istituzioni, (è malato, scriveva Veronica), e le conseguenze politiche dovrebbero essere scontate. Piuttosto perché le ragazze.
Per la speranza di andare in tv, di entrare nel mondo dello spettacolo, per i regali, per i soldi?
La risposta sembra ovvia visto che, come scrive Concita De Gregorio, “la somma che le ragazze ricevono in busta equivale a quattro mesi di stipendio di un insegnante, due ambulanze nuove, una fornitura di carta igienica per un anno per una scuola elementare, a dieci mesi di assegno di un giovane ricercatore e venti di pensione minima di un anziano” (L’Unità, 17 gennaio). “Chi lo frequenta lo fa per sé, per le opportunità che lui offre, per il denaro che piove dalle sue mani”, dice anche Annamaria Bernardini de Pace (Il Giornale, 18 gennaio). Ma davvero non ci sono anche altre spiegazioni? Non il piacere, d’accordo, ma il potere?
Nella prostituzione, quando non è coatta, (ammesso che di essa si tratti), c’è una dimensione di potere sugli uomini. Questo ci hanno raccontato negli anni passati alcune donne italiane e straniere che ne hanno fatto esperienza. Roberta Tatafiore che di questo ha scritto con intelligenza nei suoi libri e nei suoi articoli, non c’è più. E mancano parole come le sue che ci aiutino a capire. Non si tratta di Moll Flanders, ma neppure di Pretty Woman. Qui ci sono ragazze con due lauree che partecipano ai festini (anche se poi si dicono scandalizzate). Senza contare che Berlusconi non somiglia a Richard Gere.
C’è un’altra domanda, impopolare anche su questo giornale, espressa prevalentemente da destra: è giusto che, per trovare le prove di un reato ipotizzato, si violino a tal punto (vedi Espresso.it) la vita e le confidenze private di tante persone?
Melania Rizzoli su Il Giornale (17 gennaio) protesta perché ragazze che sognavano un futuro nello spettacolo sono oggi bollate come escort. Ma Rizzoli è fedele deputata Pdl, non è credibile a priori. Meno sospetto è Piero Ostellino al quale non pare “consono a uno Stato di diritto né, tanto meno, a un paese di democrazia liberale” che, per suffragare delle accuse, “si siano monitorate centinaia di persone finendo con infangarne la reputazione, quale essa sia o si presuma che sia” (Corriere della sera, 17 gennaio).
L’ultima domanda è questa: se ci si interroga su tutto ciò si è per forza berlusconiani?

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