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Non “usiamo” le ragazze di Arcore per cacciare B

28 Gennaio 2011
Pubblicato anche sul "Riformista"
di Franca Chiaromonte e Letizia Paolozzi

Da una parte le perbene che sono la maggioranza; dall’altra le permale che sono un’infima minoranza. Viene fuori questa sensazione dopo aver letto alcuni appelli lanciati dopo il Rubygate.
Eppure il femminismo aveva insegnato a non strumentalizzare le donne. Tra donne. Succede invece che le ragazze di Arcore siano “usate” per mandare via l’attuale presidente del Consiglio. Giusto obiettivo ma che dovrebbe trovare altre gambe da quelle delle diciottenni per realizzarsi.
A Arcore c’è stato uno scambio nel quale, piaccia o no, quelle ragazze erano la controparte. Un simile scambio viene praticato da milioni di uomini. Per via della loro sessualità, della cosiddetta “questione maschile”. La differenza sta nel ruolo di Silvio Berlusconi: un premier non può praticarlo pubblicamente. Il premier dovrebbe rispondere del proibizionismo del suo governo e dell’ipocrisia , dovrebbe presentarsi ai giudici per smentirlo. Sempre che ci riesca.
Il femminismo ha pure lavorato per riconoscere l’autonomia di ogni donna: non esiste un modello unico di comportamento femminile.
Care sorelle di sesso, certo c’è da discutere sul fatto che alcune o numerose donne scelgano di vendere il proprio corpo a chi ha tanto potere per ricavarne vantaggi. Ma cerchiamo di non cadere nella misoginia e nel moralismo. Anche perché mentre le brave ragazze vanno in Paradiso, le cattive sono dappertutto.

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