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Si fa presto a dire famiglia

10 Novembre 2010
Pubblicato il 10 novembre su "Europa"
di Franca Fossati

A proposito di matrimonio.

Sull’ultimo numero di Famiglia cristiana dedicato alla Conferenza del governo, Francesca S. da Roma chiede al teologo: “Una donna maltrattata deve subire a tutti i costi per salvare il matrimonio o deve reagire?”. Ci si poteva aspettare una risposta del tipo: “bisogna fare di tutto per salvare il matrimonio, ma non a scapito dell’incolumità e della dignità personale”. Secondo padre Giordano Muraro invece la donna maltrattata deve subire per non sfasciare la coppia e la famiglia. Perché il matrimonio non è un “contratto di giustizia” ma “un patto d’amore” e “l’amore per sua natura chiede di continuare anche quando non viene ricambiato”. Come a dire che per la dottrina cattolica, e forse anche per quella governativa, la coppia e la famiglia contano più della persona.
A proposito di famiglia.
Succede a Milano che un uomo scompaia improvvisamente. Preoccupati gli amici interpellano i parenti che vivono lontani. Nessuno sa niente. L’amico più caro si reca a casa sua con il duplicato delle chiavi: tutto è acceso, come se il proprietario si fosse allontanato per una breve assenza. La polizia, a cui l’amico si rivolge, dice che non può iniziare le ricerche senza una richiesta dei familiari. Un parente deve venire a Milano per sporgere denuncia. Così si scopre che l’uomo è deceduto una settimana prima dopo un infarto che lo ha colto al supermercato. Il suo corpo è abbandonato in una cella frigorifera del nosocomio dove lo aveva portato l’ambulanza. L’ospedale non avendo trovato a casa né moglie né figli aveva rinunciato a cercare altri congiunti. Quell’uomo era singolo. E l’istituzione non riusciva a immaginare altre relazioni se non quelle della famiglia tradizionale.
Questa testimonianza è di Silvia Baratella, pubblicata sul sito della Libreria delle donne di Milano.
A proposito di genitori e figli.
Un ingegnere della Nasa scopre alla banca del seme di avere almeno nove sorelle nate come lui da donatore sconosciuto. Sua madre fonda un sito internet per trovarle. Oggi lo usano in trentamila. Su Il Venerdì di Repubblica Riccardo Staglianò racconta come Ryan, giovane di Boulder (Colorado) abbia rintracciato il padre genetico. E altri come lui si siano messi in rete per analoghe ricerche. “Non cerco qualcuno da chiamare babbo, che mi paghi il college o con cui andare alle partite di baseball. Voglio solo sapere qualcosa di più dell’uomo che mi ha fatto venire al mondo” così scriveva Ryan in una mail al padre genetico. Sarà pure, come ha detto il ministro Giovanardi, che «le biotecnologie possono togliere ai figli il diritto di nascere all’interno di una comunità d’amore con una identità certa materna e paterna», ma questi figli ci sono e senza le biotecnologie non ci sarebbero stati.

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