Si chiamava Eleonora e aveva 16 anni: uccisa ad Asseggiano (Mestre) da Fabio di anni 30, appena laureato e appena suicidato. Lei aveva deciso di lasciarlo. “Quella ragazzina tutta internet e Michael Jackson voleva tornare a essere una teen ager senza impegni” scrive Giusi Fasano, che è andata a scoprirla su Facebook (Corriere della sera, 12-13 luglio). “Tutti vedono quello che sembro –scriveva Eleonora- pochi capiscono quello che sono”. Lui forse sognava di matrimonio, casa, famiglia e “più lui sognava più lei si sentiva soffocare dai suoi sogni”. Troppo giovane lei, troppo fragile e insicuro lui, che girava con coltello e pistola.
Eleonora è l’ottava (o la nona?) assassinata in meno di un mese. Ma nelle ultime ore si è aggiunta Katerina, accoltellata da un ex, nel cuneese, assieme al suo nuovo fidanzato e Ana, accoltellata a Civitavecchia. Per motivi “passionali”, c’è ancora qualcuno che scrive.
Ogni storia è a sé: che ha a che vedere Eleonora con Clara, di anni 42, madre di due adolescenti, accoltellata a Napoli (e forse si salverà) dal marito che aveva lasciato? Si esagera a generalizzare, a sventolare questa recente e discussa parola “femminicidio”?
Eppure chi prova a commentare non può che ripetersi, come Silvia Ballestra: “gli uomini continuano a odiare le donne” (L’Unità, 2 luglio). “L’identikit dell’assassino è trasversale a tutte le categorie sociali, è giovane, è vecchio, è laureato, o analfabeta, è ricco o povero. Ha una sola cosa in comune: è sempre un uomo.”
“L’orgoglio maschile deve essere una cicatrice che non si cancella” conclude Pierangelo Sapegno, (La Stampa, 12 luglio). Depressione, narcisismo e incapacità di tollerare frustrazioni: è questo il mix che genera la violenza, dice Vincenzo Mastronardi, psicopatologo (Il Secolo XIX, 12 luglio).
Quante volte ne abbiamo già scritto? Gli uomini, parecchi uomini almeno, non riescono a elaborare l’abbandono. Diventano “killer incapaci di autonomia”, che “non amano l’oggetto a cui si attaccano ma semplicemente stabiliscono un rapporto gregario come fa un muschio nei confronti della pianta da cui trae la linfa”. Così Vittorino Andreoli (Corriere della sera,13 luglio). Tornano gli “uomini primitivi”, scrive, perché “la donna è tornata a essere oggetto di godimento” e “le grida del femminismo si sentono lontane”.
Le grida forse. Ma il femminismo ha scavato a fondo. Drammaticamente anche questi delitti ne sono segno. Non più sedotte e abbandonate, le donne hanno imparato a scegliere. Ed anche ad abbandonare. Ma gli uomini, alcuni (molti, troppi), non si danno per vinti.