Il turpiloquio in politica ha già una sua storia, da Funari al celodurismo leghista al successo di Grillo. Questo eloquio sboccato, forse perché a usarlo sono perlopiù uomini, ha al centro l’organo che distingue loro – gli uomini – da noi, le donne. Direi con una sorta di monumentalizzazione dell’organo stesso e in una diminutio del soggetto che sceglie il turpiloquio come mezzo espressivo riducendo a quell’organo la sua autorevolezza
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Sto pensando, come avrete capito, alla performance del segretario del Pd all’assemblea nazionale rivolta alla ministra Maria Stella Gelmini. Bisogna fermarsi sulla questione o rischiamo di cadere in un moralismo politicamente corretto che non è mai stato del femminismo italiano?
Bé. Dopo aver visto “Il corpo delle Donne“ (documentario di grande successo di Lorella Zanardo lanciato in rete) io credo che un po’ di moralismo non ci starebbe male. In fondo, non c’è ironia quando (succede spesso) il turpiloquio si rivolge a una donna. Non c’è leggerezza. Non ci sono scusanti. Punto e basta.
Maria Stella Gelmini è avversaria politica del Pd. Come tale doveva essere criticata dal segretario del Pd, ma senza sollecitare le corde peggiori degli “eroici“ insegnanti, dei militanti, del popolo variamente inteso, di ciascuno e ciascuna di noi. Giacché sì, anche le donne non hanno avuto particolari reazioni negative. Anzi, è accaduto che sono arrivati alla segreteria Bersani messaggi di entusiasmo.
“Finalmente il segretario prende il toro per le corna”. “Ha il tono che ci vuole; mostra di avere le palle“. Ma che bellezza. Il segretario ha le palle e l’opposizione con lui. Ho sempre pensato che non serviva a niente polemizzare, ma adesso non ne sono più tanto sicura. Una politica indifferente al linguaggio, che ripete codici stantii, che invece di fare opera pedagogica parla per suscitare l’applauso non è, comunque, una buona politica.
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Qualche donna del Pd (poche per la verità, tra le quali Annamaria Carloni) ha reagito. Generalmente hanno difeso il segretario quelle che si collocano nella maggioranza, e hanno preso le distanze le altre. Rosy Bindi, presidente dell’assemblea del Pd, ha escluso che la frase di Bersani fosse offensiva, negando che da quel “pulpito“ uomini di destra possano dare lezioni sul rispetto dovuto alle donne. Significa che in futuro bisognerà sforzarsi di distinguere tra turpiloquio di sinistra e di destra?
Pare che il segretario del Pd sia preoccupato di recuperare consenso popolare. Può darsi che la società delle buone maniere sia un sogno salottiero e niente affatto popolare. Ma sul serio Bersani si propone di guarire la sconnessione Pd-popolo con il turpiloquio?