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I talenti delle tenniste

11 Novembre 2009
Pubblicato su "Europa" l'11 novembre 2009
di Franca Fossati

Rosa: un aggettivo che si spreca quando si tratta di quote oppure di fronte a un successo sportivo femminile. Domenica e lunedì scorsi su quasi tutti i giornali la “Davis rosa” ha tenuto banco. Nelle pagine in coda, s’intende, dopo il calcio. Infatti quattro ragazze italiane hanno vinto la Coppa del mondo del tennis a squadre, dopo aver battuto Francia, Russia e, in finale, gli Stati Uniti.
“Sorelle d’Italia” chiosano in tanti, “Miss mondo” titola Il Messaggero. “Le nostre girls” vincono “di carattere”, scrive l’inviato, perché sono “più aggressive e più allenate al dolore e quando vogliono qualcosa se la prendono”. “Abituiamoci: lo sport italiano è donna e le ragazze del tennis sono la copertina di un fenomeno inesorabile” commenta Il Giornale.
“Guerriere e tenerone, velluto e acciaio” definisce La Stampa le due leader del quartetto, Flavia Pennetta e Francesca Schiavone. “Due leader che non lo fanno sentire. Che si pongono con semplicità, che mettono a proprio agio le altre” spiega il Commissario tecnico Barazzutti. Le due più giovani, Roberta Vinci e Sara Errani confermano (La Repubblica). Il loro segreto? “Lo spirito di gruppo” sentenzia il Ct che si rammarica perché la Rai non ha trasmesso l’ultimo incontro in chiaro, ma, si sa, “lo sport è maschilista” (Corriere della sera).
E la vittoria diventa una metafora delle cose italiane: “In un paese che era –forse- popolato da machos, e ora da bamboccioni, è più che ovvio che le donne si siano liberate da connotazioni analoghe al burka” azzarda Gianni Clerici, tennista, giornalista e scrittore (La Repubblica). Che si chiede come mai non siano loro, le donne, “a dirigere il paese visti i disastri dei maschi”.
Il presidente della Federazione italiana tennis, Angelo Binaghi, dice all’Unità che si è trattato di “una rivoluzione culturale”, perché “per Flavia, Francesca e le altre viene prima il merito. Poi tutto il resto. In Italia una rarità assoluta”. Che i maschi imparino da loro, ribadisce il saggio Ct . Sul sito Basketnet.it si osserva che, se alle Olimpiadi di Pechino le atlete italiane si sono portate a casa il 40 per cento delle medaglie, non è irrealistico l’obiettivo del 50 per cento. “Sarebbe una testimonianza di vitalità, per questo sgangherato paese, trovare nello sport un equilibrio autentico tra i meriti dei sessi”.
E a proposito di meriti femminili vale la pena di segnalare l’ultimo numero di Leggendaria, proprio in questi giorni in libreria. E’ dedicato ai talenti delle donne ed è ricco di sollecitazioni. Può aiutare a capire anche i successi sportivi.

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