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La libertà di stampa e la mia

16 Settembre 2009
di Letizia Paolozzi

Per interpretare i dati Auditel ci vorrebbe la palla di vetro. Dopo tutta la baraonda scatenata dal rinvio della trasmissione “Ballarò“ di Giovanni Floris affinché il pubblico potesse dedicarsi con tutta l’anima a “Porta a Porta”, dedicata alla consegna delle case agli sfollati di Onna dal “miglior capo del governo“ che abbiamo avuto.
Tuttavia il diavolo ci ha messo la coda.
Era stata tolta di mezzo anche “Matrix“ su Canale 5. Al suo posto arriva la fiction “L’onore e il rispetto“. Che è che non è, dipenderà dalla forza dei sogni, dai capricci del pubblico, dalla propaganda dei “cattocomunisti“, comunque succede che i telespettatori scelgano la fiction: lo speciale di Vespa viene battuto negli ascolti.
Magari i telespettatori ragionano con la propria testa. Seguono i propri gusti, buoni o cattivi che siano.
Nel frattempo, di fronte allo spostamento di due trasmissioni, paradossalmente nessuno o quasi ha notato che lo Stato si è comunque mosso con rapidità per i terremotati.
Ricordate quanti anni hanno aspettato in Irpinia?
Per tornare al punto, alla fine non ha prevalso l’aspetto positivo della consegna delle case proprio per via di uno “speciale“ troppo preconfezionato e perché resta il problema di un presidente del consiglio con un enorme potere in Rai, nel sistema televisivo e nella carta stampata.
Già. E’ una delle (tante) anomalie (dalla giustizia alle riforme istituzionali) italiane. Sarebbe spettato alla politica mettere mano a questa anomalia nel sistema dell’informazione. Però una efficace legge sul conflitto di interressi non è mai nata. Come non si stancano di ripetere i Radicali. Risultato: i partiti continuano a brandire la lottizzazione chiamandola pluralismo.
Al punto che per nominare chi dirigerà il Tg3 e Rai 3 (sempre i Radicali osservano che chi ha più potere occupa Rai1 e Rai 2, mentre chi ne ha di meno si contenta di Rai 3) a quanto pare si aspetta il congresso del Pd.
Al momento, il metodo consiste nel tenere la bocca chiusa. Pure sulle intemperanze della vita privata del premier. Secondo Franceschini parlarne ha nuociuto al Pd. Va beh. Esistono problemi serissimi e drammatici nel Paese, ma non ci hanno assicurato che il rapporto tra i sessi è un sismografo per misurare lo stato di una democrazia?
Intanto, sabato manifestazione convocata dalla FNSI in difesa della informazione e della libertà di stampa. Hanno aderito in tanti. Partiti del centrosinistra compreso. I Radicali scelgono di stare fuori.
Ora, in Italia abbiamo una informazione nelle mani di tre poli editoriali: Rcs, De Benedetti e un editore impuro che è pure presidente del Consiglio. Questo editore pensa di respingere le critiche della stampa più o meno ostile portandola in tribunale.
Dall’altra parte, tra quanti criticano questo governo, circola l’idea, non da oggi, che le manifestazioni testimonino dell’esistenza di un’opposizione, senza preoccuparsi troppo della qualità della democrazia. Di una trama democratica piena di buchi, lacerata da vizi e difetti vecchi e nuovi l’opposizione quasi non fa parola. Eppure, Berlusconi non ha tessuto questa trama. Piuttosto ci è saltato in mezzo. Ne ha approfittato.
Alla manifestazione parteciperà naturalmente un pezzo di opinione pubblica femminile. In difesa della libertà di stampa. E’ lo stesso pezzo di opinione pubblica femminile che spesso critica lo spazio limitato che le grandi testate le dedicano. E lo spazio enorme che i canali televisivi pubblici e privati dedicano – esclusivamente – al corpo delle donne.
Capisco il valore della libertà di stampa ma in nome di un antiberlusconismo primario sarebbe sbagliato non vedere che questa libertà di stampa non sembra avere grande interesse per il sesso femminile.

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