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uomini e donne nella cronaca di tutti i giorni

Berlusconi è l’Italia? Non ci credo

23 Maggio 2009
di Letizia Paolozzi

Io non credo che Silvio Berlusconi sia l’immagine dell’Italia.
Come se i maschi italiani fossero – per il settanta, per il novanta per cento? – machi galanti, con la fissa della prestanza sessuale, la voglia ossessiva di sedurre, il gusto del barzellettiere, il pressappochismo dell’intrattenitore.
Sono tratti o attributi (durata delle prestazioni sessuali compresa) o tic comportamentali che ascoltiamo nei ritratti impietosi, ammirati, comprensivi, sarcastici prodotti a mezzo stampa (tra gli ultimi,in ordine di tempo, quello uscito sul “Le Monde“).
Saranno anche vicini al vero per ciò che riguarda il premier. Ma conoscete molti italiani assillati, appunto, dalla loro “durata“ e dall’assillo di piacere; dal disprezzo per le regole, dalla convinzione che importante sia “il fare“: declamato più che realizzato?
Secondo me, molti maschi italiani votano Berlusconi non perché si considerano in sintonia con questi ritratti. Certo, ha vinto tre volte le elezioni. Certo, il divorzio annunciato dalla moglie, Veronica Lario, le accuse per le sue amicizie femminili, viene considerato (sondaggio Demos pubblicato da “Repubblica“) un “fatto privato che ha a che fare con la sua vita personale“ dal 76,7 % dei miei concittadini.
Ma questo non significa che i maschi italiani abbiano della famiglia un’idea tanto sbracata. E che guardino al sesso femminile con il disprezzo che ci mette il premier nel raccontare di un corpo femminile muto, senza parole e senza idee. Di conseguenza e necessariamente sottomesso al sesso maschile ovvero a una schiera di registi, sottoregisti, facitori di casting, press agent, giornalisti, garanti dei salotti televisivi.
Quanto alle elettrici di Berlusconi, non può essere che vogliano premiare il presidente del Consiglio per via delle sue intemperanze sentimentali. Per come conosco le donne, anche senza essere ottenebrate dalla gelosia “mostro dagli occhi verdi, che irride al cibo di cui si nutre“, apprezzano poco i tradimenti reali o presunti. E comunque sbandierati. Li apprezzano poco per questioni di dignità.
Ci sarebbero poi le giovanotte aspiranti modelle-veline-letterine-meteorine-ballerine e le famiglie delle suddette intente a confezionare il book, il look nel suk. Ma a me sembrano un campione poco rappresentativo se non che in Italia la mobilità sociale è bloccata. A quel punto è il corpo a funzionare come ascensore sociale. “Sognando California“ cantavano i Dik Dik.
Il problema, semmai, si verifica per le fanciulle in fiore che mettono sullo stesso piano un seggio alle elezioni europee e una parte in “Incantesimo“. Ma anche qui, si ripete la solita sceneggiatura: nella civitas il potere dei media e quello della rappresentanza sono sempre e ancora affare maschile. Che poi sia il premier a selezionare la classe dirigente femminile (quella che ha meno potere) è un guaio perchè svalorizzando il ruolo che ricopre, è come se Berlusconi si desse una martellata sulle dita.
Io penso che potremmo perlomeno azzardare altre spiegazioni al consenso che circonda il presidente del Consiglio. Spiegazioni meno macchiettistico-lombrosiane del genere: Gli italiani hanno il capo del governo che si meritano. Magari non esistono più i partiti “nomenclatura delle classi“ però i blocchi sociali funzionano ancora. E danno il voto a partire dai loro interessi (paura degli immigrati compresa). Sarebbe compito delle minoranze provare a capire quali sono. E attrezzarsi con una strategia conseguente senza adagiarsi in una immagine falsa del Paese e delle donne, degli uomini che ci vivono.

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