Rosa / Nero

uomini e donne nella cronaca di tutti i giorni

Ancora a proposito di papà Cofferati

19 Ottobre 2008
Pubblicato su "Europa" il 15 ottobre 2008
di Franca Fossati

“Vent’anni fa, dieci anni fa, nessun maschio di potere avrebbe mai detto una cosa del genere” scrive Annalena (Benini) su Il Foglio (10 ottobre), “è la vita che irrompe e ottiene, pubblicamente, qualunque cosa, anche le valigie pronte e la restituzione delle chiavi della città”. Di chi si parla? Di Cofferati, naturalmente, e della sua scelta di rinunciare alla candidatura a sindaco per stare con moglie e figlioletto.
“Il coraggio di Sergio”, così titola il suo fondo Concita De Gregorio su L’Unità (10 ottobre) che cita le parole del sindaco: “Avere un figlio alla mia età è un dono della vita”. A 60 anni, commenta Concita, “puoi anche permetterti di sovvertire l’ordine naturale delle cose”. Anche Giovanna Zucconi apprezza (La Stampa, 10 ottobre) e, pur tenendo conto delle ipotesi più maligne, “che sarebbe un presagio di sconfitta, non una libera scelta personale, la vera ragione dell’abbandono di campo”, afferma che “una volta tanto la motivazione ufficiale è più calda, e interessante, dei retroscena politici e partitici”.
Infatti, secondo Zucconi, questa scelta dice anche qualcosa sulla politica, dice che il gioco non vale più la candela e che “il luogo chiamato sinistra non è più così seducente, e carico di attese”.
Michele Serra si riconosce nella scelta in sé, “è il contrappasso dell’ingresso in massa delle donne nel mondo del lavoro, ciascuno dei due sessi acquisisce qualcosa che prima gli era estraneo, arricchisce la propria percezione della vita” (La Repubblica, 11 ottobre).
Gli fa eco la psicologa Gianna Schelotto intervistata da Maria Luisa Agnese sul Corriere della sera (10 ottobre): Cofferati ha capito che “è importante quello che tu puoi dare al figlio, ma anche quello che lui può dare a te”. Poche righe sotto, decisamente più prosaica è Camilla Baresani. Per lei, a motivare la scelta, più che il bambino è stato il timore di essere “mollato” dalla compagna. Andrea Romano, esperto di genealogie comuniste, azzarda che si sia trattato non tanto del “trionfo del papà” quanto del “rovesciamento di una tradizione tutta interna al mondo comunista”. Anche in politica, Serafini (moglie di Fassino) come la Krupskaja (1910), non si sono occupate solo di bambini?
La più severa tra tutti è Letizia Paolozzi (donnealtri.it). Il messaggio che esce dalla vicenda, scrive, sembra essere che “La famiglia è cosa buona; la politica cosa cattiva. O sporca. O inutile”. Anche perché viene rimossa l’altra dimensione privata di Cofferati: il fallimento del precedente matrimonio e il figlio che da quello nacque più di trent’anni fa.

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