Anima / Corpo

benessere malessere, la scienza, lo spirito, la vita

Il Family Day di Potenza

28 Marzo 2007
Questa rubrica è uscita su Europa il 28 marzo 2007
di Franca Fossati

Scrive Fabrizio Roncone su Io donna che “dal secchio sporco in cui il giudice Woodcock è andato a rovistare sono venuti fuori i modelli, i simboli, i punti di riferimento culturali di una larga fetta della società italiana”. Ed “è uno spasso – scrive Berlicche (pseudonimo infernale usato da un rubrichista del settimanale ciellino Tempi)- vedere direttori di giornali con alle spalle centinaia di pagine di intercettazioni pubblicate accusarsi l’un l’altro…”. Eppure, aggiunge, “distinguere il bene dal male in certe materie è semplice”: per non infangarsi basta non mettere i piedi nella pozzanghera. Ma l’audace diavolo rubrichista va oltre, dice che è come con gli embrioni, se si comincia a discettare se l’embrione possa essere congelato o no, adottato o indagato dalla scienza, è come mettere il piede nella pozza di fango, “dove tutto si mischia e si intorbida”.
E’ sufficiente allora chiamarsi fuori, non farsi troppe domande?
Alberto Leiss che, per fortuna, non mischia gli embrioni con Lele Mora e l’Agenzia Corona’s, scrive su www.donnealtri.it, che “è meglio guardare, interrogarsi e interrogare” perché c’è un filo rosso che collega la riproposizione dei nudi femminili delle pitture cinquecentesche, le pubblicità di Dolce & Gabbana, le oscenità notturne in tv e quelle che emergono dall’inchiesta su vallettopoli. Non bisogna censurare perché sono “lo specchio di una sessualità maschile che non sembra più capace di stare al mondo”.
Ma vi si specchia anche, diciamolo, la complicità delle donne. Non più solo vittime, ma anche imprenditrici di se stesse.
Per esempio, su Grazia, viene domandato a Lory Del Santo cosa pensi della formula “sesso in cambio di carriera”. Ed ecco la risposta: “Non solo è indispensabile. E’ anche giusto”. Perché per avere visibilità nello showbiz vince chi è più spregiudicata. Ma, aggiunge decisa la show girl, “un prezzo va pure pagato. Vuoi soldi, visibilità, garanzie per il futuro? Non puoi permetterti di fare la schizzinosa. Gli uomini ricchi, gli uomini potenti, non sono mica tutti principi azzurri. E’ un lavoro duro…”. Chi la intervista appare spiazzata anche perché poco prima la Del Santo aveva giudicato “un atto osceno” e “un delitto” ricattare una persona “colta in una situazione imbarazzante”. Alle ragazze Lory ha solo una cosa da dire: imparate a gestirvi, non affidatevi agli uomini, createvi un’immagine vera, “qualcosa da spendere quando la relazione è conclusa. Se no finisce male.”
Bruno Vespa si chiede su Panorama: se vado a passeggiare al Pincio con, (guarda caso), Lory Del Santo, e poi la bacio e mi fotografano, perché mai, secondo il Garante della privacy, dovrei avere meno garanzie di un politico?
Legittima rivendicazione di uguaglianza tra personaggi pubblici. Di sesso maschile. “Con le umane debolezze – spiega Vespa- occorrerebbe la mano lieve: oltre all’immagine pubblica, sono in gioco rapporti di lavoro, vincoli familiari, situazioni affettive”. Siamo o no alla vigilia del family day?
Diventa ancora più saggia l’esortazione di Lory Del Santo a non affidarsi agli uomini, neppure ai garanti. Tanto meno ai magistrati. Visto che, come scrive Lino Iannuzzi su Il Giornale (26 marzo), ben più osceni delle fotografie “sono i verbali degli interrogatori del pm motorizzato alle vallette, che da loro vuole sapere tutto, se erano vestite o in mutande o completamente nude, se l’hanno fatto fino in fondo e quanto sono state pagate”.

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