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Microcritiche / L’homme fatale

8 Dicembre 2015
di Ghisi Grütter

images-2MON ROI – Film di Maïwenn Besco. Con Emanuelle Bercot e Vincent Cassel –

“Mon Roi” è un film inquietante sull’amore, sui rapporti di coppia, sulle dipendenze e sull’impossibilità di essere “normali”.
La protagonista Tony (la bravissima Emanuelle Bercot) è un avvocato che proprio non riesce a farsi piacere un suo simile, un professionista o un laureato con un’identità lavorativa certa e definita; una sera in discoteca rincontra Georgio, un tipetto niente male di cui aveva già intuito l’inaffidabilità qualche tempo prima. E proprio lì scoppia la passione. Georgio (un formidabile Vincent Cassel) è più Casanova che Don Giovanni, cioè non è solo un collezionista di donne ma uno che, probabilmente, ogni volta s’innamora buttandosi a capofitto nella nuova relazione. Gestisce un ristorante frequentato da gente del mondo della moda. Dice ti amo alla sua compagna la prima volta che fanno l’amore – ma ci crede veramente! – e dopo pochissimo dichiara di volere un figlio da lei. Proprio da lei, una donna normale con un lavoro normale e con un fisico normale non da modella né da velina come varie altre ragazze che l’hanno preceduta nel cuore di Georgio. Lui le dice scherzando “ io sono il re degli stronzi” senza forse sapere quanto sia profondamente vero. Georgio è un Moloch, divora la vita e le persone.
Sono proprio questi i grandi seduttori, gli uomini che piacciono di più alle donne (specialmente a quelle con un senso materno): bugiardi, affabulatori, pieni di contraddizioni, lunatici, piccoli o grandi imbroglioni, affetti da peterpanismo. Lo si capisce da subito ma se ne è maledettamente attratti e, una volta entrati nella tela del ragno, non si sa più come uscirne e districarcisi. Il loro rapporto all’inizio è molto intenso un vero innamoramento che man mano si trasforma in una forte conflittualità dopo che lei rimane incinta e che si sono sposati. La presenza ingombrante di Margot, ex donna di Georgio, tossicomane e autodistruttiva di cui lui si prende cura, minaccia la serenità della coppia creando tensioni e gelosie.
Ma perché Tony non riesce a liberarsi di lui né tantomeno a distaccarsene? In fondo lei possiede un versante autodistruttivo (si ferisce con il vetro della finestra, cade con gli sci sciando con un’andatura troppo veloce e così via.). Anche nella clinica di riabilitazione, dove è per mesi degente dopo l’incidente che le ha spezzato i legamenti del ginocchio destro, fa amicizia con un gruppetto di “diversi” da sé: più giovani, immigrati o di prima generazione in terra di Francia, nullafacenti e nullatenenti.
Gli interpreti sono strepitosi: Vincent Cassel dà vita a un personaggio seduttivo che abbiamo la sensazione (ahinoi) di aver incontrato nella vita, mentre Emanuelle Bercot con questo film presentato a Cannes nel 2015 vince (ex-aequo) il premio per la migliore interpretazione femminile.
Maïwenn Besco, la bellissima regista francese, riesce bene a entrare nei meandri della coppia. I suoi film spesso partono da dolorose esperienze personali; ad esempio, avendo subito maltrattamenti e vessazioni psicologiche dai suoi genitori, arriverà a montare la storia di “Polisse” del 2011 incentrata sulla violenza dei minori. Lo stesso “Mon Roi” sembrerebbe essere stato ispirato dal play-boy Jean-Yves Le Fur secondo compagno della Besco, dopo essere stata lasciata dal marito con Luc Besson (coazione a ripetere?).
La regista con Emanule Bercot – che è anche la sceneggiatrice del film – ha fondato la società di produzione MAI.

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