Martedì 6 giugno a “Carta bianca” c’era Elly Schlein. Ha proposto quattro o cinque punti capaci di unire il centrosinistra pur nelle differenze. Si è difesa da Renzi che aveva bollato le sinistre massimaliste come perdenti fin nelle assemblee di condominio (per la verità le assemblee di condominio sono luoghi dove si vince solo se spalleggiati dalla forza pubblica) rispondendogli che il condominio Pd dopo che ci è passato lui deve ancora essere rimesso in piedi. Ha promesso scelte nette al contrario del tempo in cui nel Pd a decidere erano i caminetti e i soliti notabili.
Elly Schlein svolge il suo compito con buona volontà. Non si spiegano le accuse che da qualche tempo le piovono addosso, le previsioni foschissime: “Con lei questa maggioranza governa per dieci anni”. Le addebitano di buttarsi a sinistra. Per via della citazione di Mao che il cambiamento “non è un pranzo di gala”? Altre prove del suo massimalismo non sono pervenute.
Brontolano che dopo la delusione per le Amministrative, ha ammesso la sconfitta su Instagram ed è passata oltre. Non ha tenuto uno straccio di conferenza-stampa; se l’è presa comoda nel riunire il Partito cercando il perché e il percome tante città ormai scelgano la destra.
Dipende dai due anni di pandemia, dall’individualismo crescente, dalla volatilità el voto, dai social (Calenda vuole presentare una proposta di legge che prevede di fermare l’uso delle piattaforme per i minori di tredici anni), dal rumore delle armi, dall’Italia delle frane, dalla condizione deliquescente della Sanità (a Roma i medici degli ospedali sconsigliano il Pronto Soccorso paragonandolo all’inferno), dalla scuola che ha perso la sua ragion d’essere (la maggioranza degli italiani non legge neppure un libro l’anno), dal fatto che molte famiglie non possiedono un computer e nemmeno un cellulare?
In effetti, chi volesse spedire una lettera d’amore scritta a mano, non troverà il francobollo dai tabaccai e sarà costretto a mettersi in fila alla posta: dunque, per lo Stato le lettere d’amore si inviano con Posta elettronica certificata o via e-mail.
Ma alle tante questioni che incalzano, bisogna premettere che Elly Schlein si è assunta un compito ingrato: sbrogliare i nodi del Pd in cerca della sua identità dopo la fine delle ideologie e la personalizzazione della politica.
Basta vedere cosa è successo nell’Emilia-Romagna di cui è stata vicepresidente. Ha cambiato fisionomia e le regioni “rosse” – la fascia centrale dell’Italia – non lo sono più.
Del resto, dopo aver vinto grazie al balzano meccanismo delle primarie (nel Pd ha avuto la maggioranza Bonaccini, però i gazebo hanno rovesciato il risultato), la giovane segretaria si ritrova a governare un partito e un gruppo di parlamentari non proprio in sintonia (ma una sintonia si costruisce a colpi di sostituzioni nei posti di responsabilità?). In Europa sull’uso dei fondi del Pnnr per la produzione di munizioni e armamenti, Elly Schlein aveva chiesto ai rappresentati Pd di astenersi: su quindici, dieci rappresentanti del Pd hanno votato sì.
E poi, se ha perso alle Amministrative, non è stata lei, arrivata solo tre mesi fa, a comporre le liste. Sul termovalorizzatore a Roma, non è lei ad aver deciso.
Dunque, rampogne spesso ingiuste.
Allora, pur dicendo delle cose sensate, perché al discorso della segretaria del Pd a “Carta bianca” sembra mancare qualcosa?
La mia impressione è che Elly Schlein non provi a pensare e parlare a partire da sé, dalla sua esperienza. Come se si ponesse da un punto di vista neutro, evitando di raccontare le donne, gli uomini che vede, che la colpiscono, che le provocano delle reazioni. Senza osservare più da vicino la realtà, senza ascoltare i discorsi che circolano e che forse l’autorizzerebbero un po’ di più a capire cosa succede in questo Paese.
Naturalmente, potrei sbagliarmi, giacché la misoginia è sempre in agguato. Pure tra le donne.