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relazioni politiche, dal quartiere al mondo

Da un mercato di massa a una massa di mercati. Tra 25 anni.

22 Novembre 2019
di Monica Luongo

Dimenticate per un momento La Pantera siamo noi (movimento studentesco degli anno Novanta, per chi lo ricorda). Semmai pensate alle neonate Sardine che crescono fuori da un allevamento, ma libere nel mare che hanno scelto di nuotare.

Qui siamo davanti a piccolo, robusto movimento romano di studentesse e studenti nato tre anni fa, che sono anche studiosi e naturalmente attivisti. Si chiamano Scomodo, come la rivista che pubblicano. Organizzano meeting negli spazi abbandonati della capitale per parlare di futuro, di come potrebbe diventare un giorno la loro città, anzi il mondo tutto. Sono i ragazzi che la scorsa estate hanno deciso di fare da servizio d’ordine agli amici del cinema America, colpiti dai fascisti della prima e della ultima ora.

E la rivista non è proprio una fanzine ma un bel tomo di oltre 150 pagine da tenere sulla scrivania. Il numero in corso si chiama Presente. Uno sguardo di parte sul mondo tra 25 anni. Gli articoli proposti affrontano il tema delle città e delle trasformazioni delle metropoli del mondo, mettendo in relazione il mercato, l’ambiente, l’uso delle fonti energetiche, il sistema di produzione e smaltimento dei rifiuti. Fattori che andranno a mutare questo presente tra 25 anni. 

Il punto chiave è riassunto nella massima che Scomodo usa: “Da un mercato di massa a una massa di mercati”. Già perché il discorso è circolare: la dimensione dell’abitare include la gentrificazione (si parla ampiamente del fenomeno Airbnb), le migrazioni, l’organizzazione stessa della città e della sua mobilità. E soprattutto ciò che il mercato decide e come si appropria dei termini di riferimento del lavoro, dell’automazione, della produzione che diventa consumo e poi scarto. La rivista riporta esempi da tutto il mondo: la Cina e il 5G, la sovrappopolazione dell’Africa con le differenze tra la vita di primo e terzo mondo nelle grandi capitali, i paesi che producono energia naturale, le sorti del petrolio e del gas naturale. Dati, grafici, riferimenti a ricerche e opinioni di rilievo.

E l’abitare (ora e forse tra 25 anni si spera in meglio) include industrie di ogni tipo, come il mercato del porno, che evolve grazie alle nuove tecnologie e con modalità cosi rapide che trasformano il mainstream della produzione pornografica e la scompongono in tanti gusti fetish, da consumare fisicamente e virtualmente. E ancora, la privacy, da Cambridge Analytics alla protezione dei nostri dati personali. Non ultima, la co-abitazione in spazi sempre più diversamente affollati, il processo multiculturale, i migranti di ritorno (quelli che tornano a casa dopo aver prodotto reddito altrove) e quelli che rimangono lontano ma il loro ritorno è costituito dalle rimesse che inviano nella casa di origine con puntualità, a Lagos come a Bergamo. E la politica resta volontariamente fuori, fa piuttosto da trama alle letture su capitale, mezzi di produzioni, co-abitare.

La grafica di Scomodo è raffinata e intrigante: ogni capitolo è ricco di grafici, disegni, fotografie e la lettura inizia dal centro, dal quale si possono scorrere i testi andando avanti e indietro. Il numero dei collaboratori supera i trenta elementi (età media 15-25 anni), citeremo solo a nome di tutti il responsabile editoriale Edoardo Bucci e l’art director Maria Marzano.

No, le ragazze e i ragazzi di Scomodo non sono pantere, piuttosto si dividono in talpe che scavano il terreno e lepri veloci che percorrono in lungo e largo i territori del mondo.

Per acquistare la rivista o abbonarsi visitare il sito: https://www.leggiscomodo.org

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