ASSOLO – Film di Laura Morante –
“Assolo” è un film abbastanza divertente di gusto un po’ francese sia nelle fattezze sia e nel genere di humour. La Morante regista del film – e autrice assieme a Daniele Costantini – presenta il ritratto di una cinquantenne single nonostante varie storie e mariti, incapace a spiccare il volo e fare uscire la propria personalità nel lavoro come nella vita privata. Per questo impiega quasi cento minuti tra il realismo e l’onirico, forse qualcuno di troppo.
Flavia, interpretata dalla stessa Morante, diventa amica delle mogli degli ex-mariti che sente come donne realizzate, a tutto tondo, mentre lei si sente inadeguata in quasi tutti i ruoli e situazioni nella vita. Forse solo con l’amica Valeria (Angela Finocchiaro) succube e gelosa dell’ex compagno, trova la forza di reagire cercando di contenerne l’eccessiva invadenza e dipendenza (c’è pure chi è peggiore di te….).
La protagonista è schiacciata dai “dover essere”, ne è un caso emblematico quello della patente che non riesce a prendere nonostante le numerose lezioni di guida. Condurre l’automobile è simbolo di autonomia, è da donne emancipate ed è metafora di controllo e di comando: tutte cose che non riesce a fronteggiare. Flavia vorrebbe vivere a Paperopoli, dichiara nel film, perché non ci sono genitori né figli, solo nonne che si prendono cura di te.
Flavia è seguita in terapia dalla dott.ssa Grünewald, interpretata da Piera degli Esposti, alla quale racconta i suoi sogni e le sue incertezze. La psicoteraupeta la seguirà con costanza e pazienza prima di decretare la fine della terapia.
C’è nella vita di Flavia un momento di conforto e di affetto con l’affettuosissima Kira – la cagnolina trascurata della giovane coppia del piano di sotto – che lei accudisce in tutto e per tutto. Sarà così che nel finale la salverà e la prenderà con sé facendoci pensare a quella famosa frase attribuita, come al solito, a Bernard Shaw che recita così: «Più conosco gli uomini e più amo gli animali».