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relazioni politiche, dal quartiere al mondo

Signora mia, che brutta cosa la politica…

16 Febbraio 2014
di Letizia Paolozzi

Perché vi meravigliate? Alla congiura, complotto, ambizione, personalizzazione della leadership, siamo abituati. Inutile mostrare tutto questo sconcerto e indignazione. Infinita è la pazienza degli italiani. Saggia la tendenza a voltarsi dall’altra parte.
Che poi, se Enrico Letta si dimette e arriva il “demolition man” Matteo Renzi, per noi che cambia? Torna il ritornello: la politica è “una cosa sporca”. Lo dicono sull’autobus 64; in palestra, al supermercato.
Certo, molti aspetti del passaggio di potere risultano poco leggibili. Con quali obiettivi, progetto, programma? Davvero si gira pagina? Una volta si cantava: stessa spiaggia/stesso mare. Eccoci qui, avremo un governo (il prossimo) con la stessa maggioranza del precedente; con la stessa coalizione che lo sostiene. Non proprio il cambiamento promesso.
In effetti rivediamo Berlusconi al centro della scena illuminata delle pseudoconsultazioni (mica dipende da lui se ancora non è stato deciso il tempo che dovrà passare ai servizi sociali): guida la delegazione di Forza Italia dal presidente della Repubblica il quale insiste che per lui e per tutti noi fondamentale è la stabilità. Stabili anche vogliono essere i parlamentari nel prolungare la legislatura il più possibile.
L’unico elemento poco stabile sono le affermazioni di Renzi. Giurava che no, mai e poi mai avrebbe preso il posto dell’amico Enrico. Invece, di fronte all’”Italia nella palude” ha preso il toro per le corna, ha rotto gli indugi, ha lanciato il cuore oltre l’ostacolo. Un leader responsabile? Pure il Pd, maggioranza e minoranza, si è comportato in modo “responsabile” e – tranne Civati con la sua componente – ha invitato Letta ad andarsene. Anche qui si noti la continuità dal momento che in pochi anni già sette o otto leader aveva inghiottito.
Dunque, va in scena la lunga marcia della rottamazione? Non esageriamo. Le giovani renziane dai lunghi capelli difendono il leader “vincitore alle primarie”. Come se un milione e settecentomila voti coincidesse con il voto degli italiani. Ma poi, non intestarditevi con il voto. D’altronde non è stato votato Monti, né Letta. Perché mai dovremmo esprimerci in una consultazione ufficiale su Renzi?
Piuttosto, tra poco ci saranno le nomine dei dirigenti delle imprese pubbliche o delle posizioni alte dei ministeri. Meglio posizionarsi in modo da distribuire le carte.
Una signora all’antica e pure antica anagraficamente, lamenta l’assenza di cura della politica. Via, cara signora. Smetta di fare l’anima bella con questo lamento sul galateo. Vabbé, lascio perdere lo stile e le buone maniere. Ma a voi non viene il dubbio che si gonfierà l’esercito di quanti sono convinti che la politica è “una cosa sporca”?

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