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Ma DSK non merita l’Eliseo

4 Luglio 2011
Pubblicato su "Europa" il 2 luglio 2010
di Franca Fossati

Sarebbe giusto festeggiare. Se un uomo accusato di stupro risulta soltanto essere un affamato di sesso dovremmo essere contenti. Eppure serpeggia quasi una delusione, tra le donne innanzitutto.
Era così perfetto il teorema. Dominique Strauss-Kahn, l’uomo arrogante, ricco e potente che aggredisce e violenta la cameriera, nera, musulmana ed anche ragazza madre: tragica conferma della barbarie del sesso patriarcale. La vittima che si ribella e lo denuncia: a riprova della nuova coscienza femminile.
La legge statunitense davvero uguale per tutti, che non si intimidisce del potere e del ruolo dell’accusato. Anzi. Lo arresta e lo umilia in diretta tv. E la rivolta corale delle cameriere di New York: consapevolezza di donne e di classe.
Invece la realtà pare rivelarsi molto più complicata e ambigua e l’indagine “un disastro”. “Ofelia” avrebbe mentito in più occasioni, lo hanno scoperto gli avvocati miliardari che avevano il compito di distruggere la sua credibilità, lo hanno scoperto i giornalisti del New York Times e finalmente anche la Procura distrettuale.
Il rapporto sessuale era stato consenziente? La donna, come risulterebbe da una intercettazione, sperava di trarre vantaggi economici dalla denuncia? All’improvviso il procuratore americano senza macchia e senza paura sembra assomigliare a uno dei pm italiani del caso Tortora e la giustizia di Manhattan tanto decantata sprofonda nel fallimento Infatti chi risarcirà Strauss-Kahn, se si confermerà non colpevole di stupro, (ed è giusto mantenere il “se”: il processo non è ancora stato celebrato), della gogna mediatica e della prigionia che ha subito? E dell’alta carica che ha perduto? E poi: è stato davvero un complotto a trascinarlo in prigione? È un pregiudizio politico, anti-francese e anti-socialista, che ha impedito agli inquirenti americani di prendere questa ipotesi in considerazione? Questo sostenevano, senza riscontro e in verità poco preoccupati del fatto che la cameriera avesse ragione, molti esponenti della sinistra francese che lo volevano sfidante di Sarkozy.
Anche gli e le intellettuali che per difenderlo si appellavano a Lacan e Dostoevskij, sembravano ignorare del tutto le ragioni della (presunta) vittima. Ed erano gli stessi e le stesse che tuonavano saccenti contro i comportamenti erotici del nostro presidente del consiglio che, a quanto risulta, elargiva doni e non stuprava ragazze. Era come se al presidente del Fondo monetario internazionale si fosse disposti a perdonare tutto. In nome della superiorità culturale del maschio socialista.
Non è stato un bello spettacolo neanche quello. E ora? Criminale diventa la cameriera, ma sarebbe bene ricordare che anche una delinquente può essere violentata. Così come non andrebbe dimenticato ciò che hanno raccontato sui clienti degli alberghi di New York le cameriere solidali con “Ofelia”. E Dsk? Tornerà in Francia candidato alle presidenziali?
Come se fosse irrilevante il fatto che un uomo con grandi responsabilità pubbliche chieda continue prestazioni sessuali, a pagamento e non, alle donne che gli capitano a tiro.
Come se non contasse nulla l’asimmetria del potere e dell’autorità tra lui e la donna incaricata di rassettare la stanza. Come se rappresentasse il paradigma inevitabile della sessualità maschile.
Insomma, se Strauss-Kahn diventa un Berlusconi qualsiasi, gli andrebbe chiesto, come al nostro premier, di non pretendere di rappresentare gli uomini e le donne del suo paese.

 

 

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