Ha radici lontane l’attenzione di Gad Lerner per l’uso del corpo delle donne in politica e in televisione. Il conduttore dell’Infedele, la trasmissione approfondimento di La7, autore dell’autobiografico Scintille, tra i libri più venduti degli ultimi mesi, non ha mezzi termini:
«Era l’epoca di quella che fu chiamata vallettopoli, circa quattro anni fa: ragazze della televisione che si trovarono al centro di inchieste su comportamenti illeciti di uomini politici, allora non di prima linea. Già allora mi ero chiesto pubblicamente, per esempio nella mia rubrica su Vanity Fair, come mai le donne italiane non si ribellassero, come potessero accettare l’umiliazione pubblica delle donne in tv».
Le risposte non erano mancate del tutto: «Sì, mi rispose Luisa Muraro. In un articolo scrisse che non si poteva chiedere che fossero le donne a risolvere questi problemi, che per loro sarebbe stata una battaglia arretrata. Dovete essere voi uomini, aveva scritto, a darvi da fare. Una risposta che mi ha lasciato insoddisfatto».
In effetti Gad Lerner si è dato da fare. Per esempio ha denunciato le profferte femminili che ha ricevuto nel breve periodo di quando è stato direttore del Tg1. E ha continuato a denunciare sia l’asservimento delle giovani soubrette, sia l’assenza di denuncia delle donne, per esempio delle professioniste che lavorano in Rai e a Mediaset. «Deve essere stato per quello scambio un po’ brusco che anni dopo, nel 2009, prima esplodesse il caso Noemi, Luisa Muraro mi ha segnalato il documentario di Lorella Zanardo, Il corpo delle donne. Ho capito subito che era una bomba».
Gad Lerner, a cui vorrei ricordare il dileggio che piombò addosso a Lucia Annunziata, quando da presidente della Rai osò denunciare l’uso improprio del corpo delle donne in trasmissioni popolari come l’Eredità, sottolinea con malizia la resistenza della redazione dell’Infedele:
«Le mie colleghe sono state piuttosto fredde, parlavano di un linguaggio vetero-femminista. Nulla che già non sappiamo, mi dicevano. A me da subito il documentario nella sua semplicità mi è sembrato di per sé dirompente. Scherzando rinfaccio loro di averne sottovalutato l’impatto. Sul pubblico ciò a cui vi siete abituate come ovvio avrà un effetto esplosivo, argomentavo». È così ad alta voce, la denuncia di Lerner, che incuriosisce.
Come è successo che un uomo italiano è diventato un difensore della dignità femminile?
«Sono convinto che derivi da un’esperienza personale. Se c’è un insegnamento femminile che mi ha segnato, è partire da sé. Mi ha aiutato anche per scrivere Scintille, i disagi familiari li metti al servizio di una ricerca. Allo stesso modo vivere un’esperienza sentimentale appagante da tutti i punti di vista mi ha permesso di guardare in modo sereno sia il desiderio delle donne da parte degli uomini sia le dinamiche femminili verso gli uomini. Risulta così evidente la plastica, la monotonia di un’immagine virtuale sempre identica a sé stessa, la frustrazione profonda che si nasconde dietro questo desiderio proclamato. Non si tratta di comportarsi come la volpe con l’uva che non può raggiungere, né da bacchettone e/o censore. Adoro la bellezza e la sensualità femminile, per questo sono turbato dai canoni estetici che si esplicitano oggi nelle relazioni tra uomini e donne. Vedo la caduta del desiderio e l’affermarsi del dominio-possesso».
Le notizie più recenti parlano di un uso massiccio di donne a pagamento per ingraziarsi i favori di uomini potenti. Tu non perdi occasione per sottolineare la complicità che il sesso mercenario crea tra uomini. È veramente una novità?
No, non è una novità. Le scorribande sessuali e complici degli uomini, di potere e non, benestanti e non, sono molto antiche. È ovvio che si crei un cemento di omertà, un patto di sangue. Se andiamo insieme a comprare sesso saremo più disposti a proteggerci l’uno con l’altro. In ogni caso dobbiamo mentire con molte persone, a cominciare da mogli e fidanzate. Ma si può dire qualcosa di ancora più intimo. Non tutti i maschi sono disposti a mettere in piazza la loro intimità. La scopata come avventura in comune, per alcuni la masturbazione di gruppo nell’adolescenza non è di tutti, e naturalmente non è detto che chi si preserva sia migliore degli altri. Quello che c’è di nuovo è l’uso di questa complicità nelle alte sfere dello stato. È un rischio per la democrazia perchè cementa alleanze opache, non visibili, basate sul ruolo delle donne come preda. I modelli femminili della tv commerciale a loro volta sono in continuità con gli ideali estetici delle case chiuse degli anni 50, prima delle legge Merlin.
Qual è il bilancio di un anno di denuncie pubbliche?
Molto positivo. Persino un argomento di cui non vorrei vantarmi, l’aumento di ascolti, soprattutto di un pubblico femminile, testimonia a favore di un bilancio positivo, per quello che mi riguarda. E anche gli insulti che ricevo. Per esempio da Striscia la notizia, che mi accusa di essere un bacchettone censore e un maniaco sessuale, insomma sia noioso che morboso. In generale mi sembra che qualcosa si sia spostato. Non va sottovalutato il merito di Veronica Berlusconi, come le denuncie di altre donne prima complici, come Cinzia Gracchi. Mi sembrano esempi che quando c’è una denuncia femminile l’effetto è destabilizzante. Soprattutto mi pare del tutto evidente l’arroccamento patetico di Berlusconi che ancora si esibisce nel ruolo di sciupafemmine.
Denuncie e osservazioni compongono un quadro di ordinaria misoginia tutta italiana. Sei d’accordo?
Senz’altro, la misoginia è dominante nella mentalità della nostra classe dirigente. Politici imprenditori del genere di Tarantini o Anemone, autori televisivi come Antonio Ricci, divulgatore della moderna cultura del casino, sono tutti partecipi dell’attuale misoginia italiana. La parodia è un pretesto, in realtà è lo strumento per sostenere il ruolo ornamentale del femminile, così come lo intende il berlusconismo. Esiste invece una maggioranza di italiani, donne e uomini che hanno altre esperienze relazioni sentimentali erotiche e sessuali del tutto diverse, rispetto al blocco dirigente. Penso che il ruolo del leader come grande seduttore che incanta le donne e ne è riconosciuto, sia ormai del tutto delegittimato.
Ma non è troppo facile identificare la misoginia italiana con Berlusconi e il berlusconismo? Come mai è così difficile ascoltare nei dibattiti le donne autorevoli che pure esistono?
In effetti hai ragione. Altrove in tv esistono le bellone ma si vedono anche donne di altro tipo. Qui da noi in tv si teme “l’obiezione Rosi Bindi”. Anch’io ho avuto i maggiori ascolti quando ho portato in trasmissione Sabina Ciuffini, una donna intelligente che ha popolato i sogni erotici degli italiani.