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relazioni politiche, dal quartiere al mondo

Perchè la destra vince

11 Aprile 2010
Pubblicato anche su "Gli Altri" il 9 aprile 2010
di Letizia Paolozzi

La destra continua a vincere. Eppure anche l’Italia è stata colpita dalla crisi; la disoccupazione si allarga; le macerie del terremoto sono ancora lì, per le strade dell’Aquila; la monnezza ricompare a Napoli; la Lega semina paura.
Per quale dannato motivo il Pdl che non è mai diventato un partito e la Lega, con i suoi caratteri di vecchio partito, vincono? Mi rendo conto che le risposte sono quasi sempre generiche. Ma almeno proviamoci noi che siamo da anni in minoranza. Forse qualche argomento non è proprio da buttare. A costo di affrontare l’accusa dipietresca di complicità con il nemico.
Invece abbiamo aperto ufficialmente – sai che novità – la caccia ai responsabili della sconfitta (del Pd). Il segretario ha sbagliato. Adesso deve fare “un bagno di umiltà“, “cambiare passo“ “tornare alle origini“. Dimissioni, subito! Delle svariate segreterie, uffici politici, direzioni. Tutti arrostiti a fuoco lento, fritti in padella; come più vi aggrada.

Si ripete l’antica storia di partiti che non si mettono in movimento, che rimasticano e rimestano senza il coraggio di cambiare, senza un’agenda con degli obiettivi precisi. Tanto basta indicare il prossimo salvatore e trasformare miracolosamente in “laboratorio“ ora una regione (Puglia), ora una città (Venezia).
Le alleanze sono un ottimo motivo per azzuffarci. Con chi andiamo? Di Pietro, Casini? Trovato l’errore: il segretario Pd si è messo con l’Udc. Un altro guaio di questa parte consiste nello scambiare lucciole per lanterne. Laddove Casini si è alleato con la destra, la destra ha vinto. Laddove si è alleato con il centrosinistra, il centrosinistra ha vinto (con Burlando in Liguria, con Giorgio Orsoni a Venezia). Laddove Casini non ha pestato i piedi al centrosinistra (in Puglia alleandosi con la Poli Bortone), Vendola ha vinto. Morale: senza Casini il centrosinistra avrebbe perso di più.

Naturalmente la politica non è solo alleanze. Emma Bonino, accusata di essere andata poco in provincia (dove è stata meno votata che a Roma) dice che se pure si fosse trasferita in un paese della Ciociaria, nulla avrebbe potuto rispetto alla “Santa Barbara televisiva“ del premier (coadiuvato dalla “difesa della vita“ del cardinale Bagnasco). Vero, ma… Poniamo che io sia un’abitante di quel paese della Ciociaria: le informazioni le ricevo dal tg delle 20. E dalla presenza del premier. Potrei schiodarmi dal piccolo schermo solo se riuscissi a parlare con qualcuno dei miei guai e del bisogno di avere un pezzo di strada asfaltata, la corriera, il tunnel, ponte, mercato, la fabbrica che chiude.
Per come la vedo io, politica è questo: saper ascoltare, dire dei sì e dei no. Siccome Bonino da sola non ha il dono dell’ubiquità, dovevano entrare in gioco il Pd, i suoi rapporti. La Lega l’ha capito benissimo e da anni sta inchiodata al territorio. Percentuale di presenza in tv ai minimi termini, a differenza del Cavaliere e del Pdl. Eppure mentre Pdl, e Pd perdono milioni di voti, la Lega riprende quasi tutti i suoi, e in Veneto ne conquista ancora. Con Borghezio in maniche di camicia, o con l’abito scuro, tagliato su misura, di Luca Zaia. Carroccio da esecrare e da ammirare, esagitato e insieme modesto e probo; scegliete voi.

Quanto al Pdl, allo stato attuale lo invera Berlusconi. Gatto dalle sette vite, rimbalza sulla scena illuminata ogni volta che lo danno per spacciato. Fini è troppo solo per uscire dalle puntualizzazioni, dai richiami istituzionali, per materializzare consenso alla destra perbene che continua a evocare. In conclusione, perché la destra continua a vincere? Secondo me perché riesce – nel bene e nel male – a dare voce alla società.

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