Sono 1580 i comuni dove governano solo uomini, il 19 per cento. Anche 23 province su 109 sono monosex, il 22 per cento. I dati li ha pubblicati Il Sole 24 ore (28 settembre) e quello che più colpisce riguarda le Regioni: non solo la Basilicata ma anche la Lombardia non conta alcuna donna nella Giunta. E’ questa la notizia. Ma per i più la notizia è stata un’altra e cioè la bocciatura da parte del Tar della Giunta provinciale di Taranto, tutta maschia alla faccia dei regolamenti.
Un “obbrobrio garantista” secondo Annamaria Bernardini de Pace che non nasconde la sua soddisfazione per il fatto che la giunta in questione sia di centro sinistra (Il Giornale, 25 settembre). Ci sono due maschilismi, scrive. “C’è chi esercita il potere gratificandosi delle donne epperò gratificandole, e chi invece lo esercita semplicemente emarginandole”. Inutile dire che lei, dovendo scegliere, preferisce il primo.
Sul fronte opposto anche Ida Dominijanni (Il Manifesto, 25 settembre) non fa sconti al centro sinistra. Il Pd si merita l’accusa di maschilismo perché a proposito del “sexgate” ha scelto la linea del “sono fatti privati” e perché non ha saputo promuovere alcun criterio di promozione femminile, “oltre ai premi per chi è disposta a giurare che è nuova di zecca e di politica non ne ha mai fatta, o che le interessa guardare solo ai prossimi trent’anni e dei centocinquanta passati non le importa nulla”.
Carlo Stagnaro invece non crede ci sia un problema di promozione femminile. Infatti, dopo aver osservato che i magistrati “mastini del femminismo” sono tutti maschi, polemizza con la logica delle quote : “ci sarà sempre qualche gruppo che rimane sovra o sotto rappresentato”. Operai e imprenditori, dipendenti pubblici e privati, nulla facenti e stakanovisti, addirittura omosessuali: come si fa a rappresentarli tutti? (Libero, 25 settembre).
La natura dell’elenco di Stagnaro la dice lunga sull’idea del mondo che lo ispira. Le donne? Una categoria tra le tante. Comunque le quote piacciono poco, a destra come a sinistra, anche se si ammette che forse, vista la situazione, potrebbero perfino servire. Lo riconosce perfino la ministra Carfagna.
E’ un uomo, Francesco Bonami, sul Riformista (25 settembre), che difende l’idea dell’Affermative Action: negli Usa, dove il razzismo frenava la democrazia, “ha educato la società”. In Italia invece il “machismo” ha finora “bloccato la trasformazione della politica italiana e lo sviluppo mentale della nostra società, che anzi è regredita a un punto tale da essere diventata un grande studio televisivo a forma di stivale”.
Quindi ben venga anche la sentenza del Tar.