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L’empatia non è cosa per uomini

9 Luglio 2009
Pubblicato su "Europa" l'8 luglio 2009
di Franca Fossati

Ci voleva Elisa Calessi di Libero, per svelare che nel PD le donne non sono amate. Certo, il modo in cui lo sono nel PdL fa un certo orrore. Ma è un fatto che il partito con più elette in Parlamento, quello che rispetta sempre le quote, che ha l’Assemblea costituente composta per la metà da femmine, non abbia neppure una candidata alla segreteria. E’ sicuramente esagerato titolare “Ecco perché la sinistra odia le donne” (7 luglio), ma l’aria che tira per l’altra metà della politica non è delle migliori.
Basti vedere come La Stampa (6 luglio), affronti il tema del sorpasso femminile nei risultati scolastici. Nell’articolo di Richard Newbury “La laurea è una cosa per donne” si comincia citando la preoccupazione di un autorevole studioso di Oxford per lo scarso rendimento degli allievi di sesso maschile e si conclude augurandosi che, poiché troppe donne si laureano e troppo facilmente, i maschi snobbino la laurea. Come Bill Gates che si ritirò da Harvard.
I maschi infatti sarebbero stati defraudati dal successo a causa di metodi di insegnamento e criteri di valutazione che favoriscono le ragazze. I quali maschi però, secondo gli studi di Baron Cohen, dell’Università di Cambridge, avrebbero un cervello fatto “per la comprensione e la costruzione di sistemi”, mentre il cervello femminile sarebbe “cablato per l’empatia”. “Gli uomini hanno la fobia delle emozioni, ma adorano le macchine e i film di guerra” scrive Newbury. Quindi insegnare ai ragazzi a identificarsi con gli altri “è chiedere loro di usare una parte del cervello nella quale –per ragioni evolutive, biologiche e culturali- sono (grazie a Dio) insufficienti”.
Il “grazie a Dio” tra parentesi è dell’autore.
Ugualmente non andrebbe chiesto alle ragazze di leggere una mappa, mentre se la caverebbero benissimo a “mappare la complessità dei rapporti in un romanzo di Jane Austen”. Dal che, quali conseguenze si traggono? Che gli insegnamenti dovrebbero tener conto delle diverse attitudini? Che sarebbe opportuno far crescere l’empatia nei maschi e la capacità di sistematizzare nelle femmine? Niente di tutto questo.
Poiché “gli uomini vogliono diffondere i loro geni e le donne vogliono qualcuno che protegga i loro figli”, come nel Diario di Bridget Jones, o meglio in Orgoglio e pregiudizio, i maschi dovranno cercare percorsi formativi fuori dalle università troppo femminilizzate. Altrimenti Bridget Jones “dove troverà il Mr Darcy di Jane Austen, quel marito ideale, più alto, più vecchio, più intelligente e più ricco di lei?”. Insomma, altro che anni Cinquanta! Indietro tutta all’era vittoriana.

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