Sbaglia Paola Cortellesi a commentare gli ascolti non alti della sua trasmissione (6% di share) e includendola nel contenitore dei programmi satirici, che non stanno godendo di molto successo. Sbaglia perché conferisce a “Non perdiamoci di vista” (Raitre in prima serata al giovedì) una diminutio che non le giova. Lo show dell’artista è infatti uno spettacolo a tutto tondo, che molto prende dal teatro che pure l’attrice frequenta. Il fulcro è chiaramente lei: una voce meravigliosa (Mina ha dichiarato tempo fa che è l’unica con cui vorebbe duettare), una comicità notevole (le imitazioni di Gelmini, Moratti, Santanché sono perfette, solo per dirne alcune), abilità drammaturgica, capacità di tenere la scena per due ore e passa. Ma il merito non è solo suo: è anche degli autori che hanno saputo proporre temi seri e provocatori per una televisione soporifera e ultra-volgare. Gli stranieri, l’ossessione del corpo, le appartenenze di genere, la fotografia del paese, diventano così i fili rossi di ogni puntata, dove Cortellesi interpreta monologhi durissimi sul destino di un giovane narcotrafficante colombiano, oppure duetta coraggiosamente con una Margherita Buy rossa di imbarazzo ma altrettanto bravo in una scena di innamoramento tra due donne; ci sono gli attori italiani del momento che recitano in guepière come drag queen, oppure Piera degli Esposti che interpreta il rap di Frankie Hi-Nrg, o donne overisize che danzano insieme a Cortellesi; Gianni Morandi, Jovanotti, Isabella Ferrari, insomma grandi artisti al servizio del tema della serata, ridendo o facendo sul serio.
Una scommessa artistica – in questi tempi bui della tv in chiaro – non è impresa da poco: perché la proposta di uno show di alto livello che non annoi non è facile da far passare, perché i temi non sono di immediata presa sul pubblico di cui abbiamo detto sopra. E’ evidente che gli ascolti non possono essere stratosferici: non possono e non devono competere con la media degli orrori nazionali ma anche della satira tv di questa stagione autunnale che fa quello che può, essendo la realtà di gran lunga più paradossale. “Non perdiamoci di vista” è sperimentazione contro l’afasia televisiva, e anche un tentativo di parlare al mondo che l’Auditel (e anche le varie leggi Finanziarie) non vede, ma che esiste, ecomme.