Storie / Corsivi

racconti di persone, polemiche ad personam

La riscossa delle mogli

19 Agosto 2008
di Silvia Neonato

Proprio dieci anni fa, dopo Ferragosto, Bill Clinton allora presidente degli
Stati Uniti ammetteva di aver avuto “relazioni improprie” con la stagista
alla Casa Bianca Monica Lewinsky. Aveva negato per settimane, fu costretto a
capitolare: l’uomo più potente del mondo stava addirittura rischiando il
posto. Pochi giorni prima, già nella tempesta, si era fatto fotografare
mentre danzava stretto a Hillary che, dopo l’ammissione di colpa, lo perdonò
pubblicamente. Clinton aveva messo in piazza il corpo, reso pubblica la sua
sfera più intima e, di fatto, proposto la fellatio come affare di Stato.
Il fatto influenzò la morale pubblica di un Paese che, in alcuni suoi
Stati, condannava come reato la sodomia tra adulti consenzienti. E infatti
a sorpresa Clinton da quella vicenda risultò rafforzato. Niente più
pettegolezzi da voyeur come per Kennedy e Marilyn, ma la debolezza della
carne sulla scena pubblica.

Hillary però non fu da meno. Con le scene dell’abbraccio danzante e poi del
perdono rinnovò il ruolo della moglie del capo. Altro che “pupa”, Hillary
Rodham ricucì l’antica veste di moglie nei panni di una donna spregiudicata,
paritaria, ambiziosa, ben distante dalle first lady precedenti. Dopo i
Clinton riuniti, la strategia del “mano nella mano” che ne seguì è ormai
diventata tipica di molte coppie politiche, dai celeberrimi, teneri e quasi
imbarazzanti Carla e Nicolas Sarkozy ai meno prevedibili Bashar e Asma
al-Assad.

Il presidente siriano propone sempre e dovunque la sua bella Asma, 33 anni,
fisico da top model, gonna corta e tacchi alti, una laurea in informatica a
Londra dove è cresciuta. Mano nella mano, era con lui a metà luglio a Parigi
quando Sarkozy ha lanciato la nuova Unione Mediterranea. Sexy ma autorevole,
come quando anni fa in visita in Italia discusse con Fazio di economie
emergenti nel mondo. A Parigi, in quegli stessi giorni, persino l’emiro del
Qatar mostrava orgoglioso la fascinosa moglie Sheikka Mozah. Velo e Corano,
un passo dietro a lui? Assolutamente no, laurea in sociologia, tacchi e
gonna corta, sette figli, un turbante verde smeraldo come una novella Ira
Fuerstenberg, Sheikka ha pure un ruolo nel governo del suo Paese. Anche
Asma al-Assad del resto.

Il premier italiano Silvio Berlusconi l’8 di agosto si è presentato in
piazzetta a Portofino mano nella mano con Veronica. C’erano stati
pettegolezzi a non finire, presunte telefonate osé con le belle e giovani
ministre di cui il leader si è contornato, telefonate di cui ha parlato
tutta Italia e che chissà se sono mai esistite. Comunque Veronica, che era
stata addirittura invitata da Lidia Ravera sulle pagine dell’Unità a
divorziare, ha lasciato il suo eremo di Macherio e si è presentata in
pubblico con il presidente marito e nonno. Nel 2001 si proponeva agli
italiani in veste di presidente operaio, questa volta persino l’anzianotto
Berlusconi ha dovuto ripartire dalla moglie prima che lei scrivesse un’altra
lettera pubblica. Insomma per riconquistare il pieno consenso, il galante e
démodé Silvio ha dovuto quanto meno affiancare alle sue avventure “hard”,
vere o false che siano, con le ministre anche un pizzico di amore coniugale.

Barack Obama non porta in palmo di mano la moglie Michelle? A lei è
consentito dargli del disordinato e persino dello sciattone. E sempre lei
gli ha fatto notare, annunciandolo forte di modo che i media registrassero,
che lo sostiene in campagna elettorale malgrado abbia parecchio da fare
come avvocato e come madre.

I potenti della terra, insomma, continuano a farsi belli con le amanti, ma
esibiscono pure le mogli, possibilmente splendide. Per non cadere in
tentazione e finire come l’aspirante presidente John McCain costretto ad
ammettere di aver tradito la sua prima moglie? Forse. Ma non solo.Queste
mogli non si prestano assolutamente più a fare i trofei, consapevoli come
sono di essere anche le garanti presso l’opinione pubblica di un leader
dalla vita più intera, dove affetto e passione coniugali sono messi in
mostra e accrescono il carisma del capo. La riscossa delle mogli? Forse sì,
la riscossa di donne che sanno perdonare ma non per debolezza. Scusano i
mariti per convinzione, qualche volta per convenienza, perché il potere non
appartiene più solo a lui ma si divide nella coppia, oneri e onori, tal
quale nei nuovi diritti di famiglia compreso quello varato qualche anno fa
nientemeno che dal re del Marocco, una sfida.

Non mogli che amano troppo, ma mogli ambiziose che amano, perdonano e poi
chiedono in cambio non un anello come un tempo e zitte in casa. No,
rivendicano la scena pubblica, a volte anche la presidenza americana. E
pazienza se va male, la prossima volta magari un’altra vincerà.

Monica Lewinsky intanto sta in Oregon, ha 35 anni, lavora e ha un solo
desiderio: «Vivere nell’anonimato».

Questo articolo è uscito sul “Secolo XIX” il 18 agosto 2008

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